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1. La democrazia ha bisogno di sindacati forti e combattivi, di organismi popolari ben radicati nel territorio, ed anche di POCHI partiti ben strutturati e con programmi chiari. Tutto ciò può essere garantito solo dal sistema proporzionale, quello previsto dalla Costituzione che prescrive il “voto libero ed uguale”. Ad esempio la Germania grazie al sistema proporzionale ha in parlamento solo 4 partiti, con quello di sinistra al 10% ed in forte crescita. Invece in Italia a causa del sistema maggioritario, introdotto violando la Costituzione, alla Camera ci sono 17 gruppi e sotto-gruppi parlamentari. Diciamo quindi NO all’ulteriore rafforzamento illegittimo del sistema maggioritario, che separa irrimediabilmente le istituzioni dai cittadini ed impedisce alla sinistra di lavorare seriamente per un suo partito forte e antagonista.
2. Diciamo NO all’annullamento delle autonomie regionali. Il sistema regionalista deve invece essere rafforzato, anche conferendo alle regioni l’autonomia impositiva. Ferma restando la solidarietà in favore delle aree più disagiate del paese, solo acquisendo indipendenza economica dal governo le regioni potranno essere – come vollero i Costituenti – il centro di decisione politica più vicino ai cittadini e meglio controllabile dal basso.
3. Diciamo NO all’abolizione del CNEL. Ben rivisto negli obiettivi e nelle strutture, un organismo costituzionale come il CNEL è indispensabile perché lo Stato riacquisti un suo ruolo attivo nella pianificazione dello sviluppo economico e sociale.
4. Diciamo NO all’assurdità qualunquista di voler contenere i costi delle istituzioni democratiche, quando il vero costo della politica è nei 350 miliardi di euro che ogni anno sono rubati ai cittadini dall’evasione fiscale, dall’elusione, dalla corruzione e dai finanziamenti pubblici alle imprese private non competitive.
5. In definitiva diciamo NO alla distruzione di ciò che resta della democrazia rappresentativa e partecipata, NO al consolidamento di un sistema oligarchico e autoritario che svende la nostra indipendenza nazionale all’imperialismo delle multinazionali, e NO al divieto per legge di rinnovare lo Stato nell’interesse dei lavoratori e di una crescita economica sostenibile.
27 Ottobre 2016, l’Ufficio Politico di Potere Popolare